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Non andar via per “essere eccezione”. Apre la scuola di restanza

La scuola di restanza della Scatola di latta
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Se fino a qualche decennio fa si guardava al coraggio
di chi lasciava la propria terra per cercar fortuna altrove, oggi si riconosce
un certo coraggio, o addirittura eroismo, a chi resta nel proprio piccolo
paese. Di questo restare c’è chi ha fatto una disciplina da insegnare e
trasmettere. È l’associazione Scatola di
Latta, che apre la scuola di “restanza”
, termine che indica la posizione di
chi decide di non abbandonare i piccoli centri e le loro comunità, sfidando lo
spopolamento in atto dei paesi.





“Abbiamo scelto di dare alla nostra scuola il nome Daìmon,
dal lessico del sentire greco. Era lo spirito guida che accompagnava gli eroi
greci a compiere il loro destino, a realizzare pienamente la loro
individualità, il loro essere eccezione”, spiega Gianluca Palma ideatore del
progetto e “custode della Scatola” che aggiunge: “Daìmon era ed è il nostro
demone: lo sguardo interiore che porta al riconoscimento; viatico e volano per
la realizzazione della nostra pienezza.”





Daìmon
è sempre aperta
, itinerante, multidisciplinare,
inclusiva, gratuita e accessibile a grandi e piccini. Non ha classi né pagelle,
compiti o calendari da rispettare, i
luoghi dell’apprendimento sono disseminati nei campi, nelle cantine e nelle
botteghe
, diffusa nei paesi di tutto il territorio nazionale. Si riscoprono
i luoghi madre, l’identità e la ricchezza culturale e naturale dei piccoli
centri con lo scopo di tutelarne la produzione agricola, culturale ed enogastronomica.
Si traccia così una strada per creare reti, scambio di saperi, diventare uno
stimolo per enti pubblici e privati, locali e internazionali, affinché questo
prezioso patrimonio non si disperda. Infine, in linea con lo spirito del
progetto, non c’è una quota di iscrizione, si partecipa offrendo quello che si
ha, un baratto in sapere, manufatti, tempo, ospitalità, prodotti o “edificanti
segreti” per una restanza felice.





Il fenomeno dello spopolamento è una
realtà che interessa principalmente il Sud Italia
,
un’emergenza confermata dai dati di studi e analisi fornite da vari istituti
economici, un’emorragia che impoverisce sia economicamente sia umanamente i
luoghi. Si lasciano i piccoli centri per le grandi città più attrattive dal
punto di vista economico e lavorativo, ma che tolgono spazio vitale. Con la
scuola di restanza, e di altre iniziative che stanno nascendo, l’idea è quella
di trasformare una minaccia in una grande opportunità: i piccoli paesi possono
diventare luoghi privilegiati dove sperimentare politiche innovative e un punto
da cui ripartire per parlare di futuro.





L’invito è di pensare in grande, per dirla con i versi di Franco Arminio, poeta e paesologo, “Il Sud italiano è un inganno e un prodigio./ Lasciate gli inganni ai mestieranti della vita piccola./ Pensate che la vita è colossale./Siate i ragazzi e le ragazze del prodigio.”





Il link per iscriversi alla scuola.


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